La mattina seguente avevamo un importante appuntamento presso la Grotta di Trebiciano. Questa cavità è una delle più importanti della zona ed è stata l’abisso più profondo conosciuto al mondo per oltre ottant’anni. Sul fondo, a 329 metri, c’è un’enorme caverna e camminando sulla sabbia per oltre 100 metri si incontra l’acqua del fiume nascosto. Il fiume Reka entra dalle Grotte di San Canziano, in Slovenia, e si inabissa per oltre 60 chilometri per poi tornare in superficie come Timavo a San Giovanni Duino, in Italia. Negli anni, l’acqua del fiume ha scavato nel calcare un percorso che si apre in grandi ambienti raggiungibili dalla superficie attraverso decine di pozzi e strettoie. L’ingresso della Grotta di Trebiciano è posto in una dolina all’interno di una casetta in cemento, che ospita al suo interno molte strumentazioni scientifiche per monitorare le piene del fiume e per gestire le esplorazioni speleosubacquee in corso. Alzando la botola di un tombino siamo scesi per centinaia di gradini su scale di ferro a pioli fino al fondo. Sulla sabbia c’era il famosissimo insettino che si lascia trasportare dal fiume, lo Pterostichus: assomiglia ad una grande formica e vive solo nelle cavità Timaviche. Nel risalire in superficie abbiamo avuto l’onore di aiutare a portare fuori alcuni sacchi con l’attrezzatura che gli speleo sub francesi della Commission Plongèe Souterraine de la FFESSM avevano utilizzato per le esplorazioni. All’uscita dalla botola ci aspettava Marco Restaino della Società Speleologica Adriatica e abbiamo avuto il privilegio di presentarci a Claude Touloumdjia espertissimo speleosub francese. Marco poi ci ha portato a visitare l’ingresso della grotta Luftloch. Dal 2000 Marco Restaino, Piero Slama e Paolo Guglia lavorano per tentare di raggiungere le acque del Timavo. Partendo da un foro 4×4 cm nel terreno che soffiava molta aria si sono letteralmente scavati la strada, puntellando pareti franose, scavando e disostruendo strettoie che si alternano a pozzi profondi. Ora sono a quota -245 metri ed hanno incontrato la sabbia e lo Pterostichus, per il fiume manca ancora un pochino. La notte l’abbiamo passata in tenda in un campeggio della zona. Per nostra sfortuna è arrivato un temporale estivo che ci ha fatto compagnia fino al mattino seguente. (to be continued…)