Buco Cattivo – 07/02/16

Ore 07:00 siamo in viaggio in direzione Frasassi. Ancora mezzi addormentati sulla A14 ci sorprende l’alba con i suoi colori e la giornata inizia alla grande! Con Daniele Ferranti (Centro Di Speleologia Montelago), Matteo Olmetti (AL.VA.P Pioraco) e Stefano Farinelli (ASGSV Frasassi)al bar salutiamo tutto l’altro gruppo che andrà alle grotte di Frasassi. Ci aspetta un avvicinamento di 35 minuti su per la montagna. Passiamo nel letto di un torrente asciutto, costeggiamo un ghiaione ripidissimo e saliamo fino all’ingresso aiutati da corde e canaponi, piano piano dietro di noi si apre il panorama. Superato il primo tratto di grotta troviamo subito il pozzo più alto della grotta, 30 mt. Finiamo in una grande sala, la Sala Topografica e da qui comincia il bello! Meandri, pozzetti e traversi ci portano sempre più giù. Procediamo per decine di metri nel fango, in alcuni punti è così alto che se rimani fermo sprofondi fino al ginocchio. Non ci fermiamo davanti all’acqua, il livello sale lentamente fino alla vita ma proseguiamo. Passato il lago la grotta cambia di nuovo, un’altra grande sala, Sala Franosa, apre un percorso con antichissime concrezioni. Daniele ci fa notare come il soffitto è corroso dai vapori sulfurei formando delle “cupolette” e anche le stalagmiti sono consumate nella parte centrale, ricordano la forma delle ossa. Questa grotta ha una storia antichissima, infatti le colate sono attraversate da grandi fratture che indicano terremoti o cedimenti del suolo sottostante. Il nostro obiettivo è Il “Fungo”. Una concrezione sporgente sulla parete, sulla sommità è fiorita di tantissime palline bianche, mentre sotto, proprio come un fungo, ha le lamelle di roccia. Sapendo cosa ci aspetta al ritorno decidiamo tornare. La parte più bella è ancora da vedere. Ma come dice Daniele se la vedi tutta non hai più motivo di tornarci! Incontriamo l’altro gruppo al ristorante davanti a gnocchi e tagliatelle al cinghiale accompagnati da buon vino. Ed anche oggi stanchi morti ma con una storia da raccontare si torna alla vita “normale”. L.S.

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